Tenuta San Jacopo festeggia il ventennale dell’Orma del Diavolo

di Andrea Amato (giornalista e sommelier)

Per approfondire quello è che stato il percorso aziendale di Tenuta San Jacopo, a partire dall’acquisizione da parte della famiglia Cattaneo, l’occasione è il ventennale di Orma del Diavolo, uno dei vini simbolo della cantina, celebrato con una verticale delle annate più significative guidata da Cristiano Cini. Una selezione che permette di apprezzare le evoluzioni che si sono realizzate nel tempo, già dall’etichetta, che nell’ultimo decennio passa da uno sfondo nero al nuovo brand, evidenziato su bianco. L’evidenza di una innovazione che si percepisce ovviamente anche nel calice.

Il vino trae origine e forza dal toponimo della vigna da cui proviene, una roccia antica su cui è impressa una forma che in passato i coloni, secondo antiche superstizioni, avevano identificato come orma di un diavolo, e altro non era che il confine con i terreni del Barone Ricasoli, considerato personaggio da temere per via della sua fama e del potere che deteneva in tutto il Chianti e in parte del Valdarno Superiore.

L’Orma del Diavolo è un blend in evoluzione, che mette in prima fila il Sangiovese, generalmente presente al 50%, con una seconda metà costituita da Merlot e Cabernet Sauvignon, in un alternarsi di percentuali che anno per anno cercano di esaltare le caratteristiche ricercate. Le peculiarità della zona di produzione, con un terreno a base di arenaria, quindi con presenza di sabbia, aiutano il vino in termini di finezza ed eleganza.

E’ il 2013 uno degli anni che segnano la storia recente di Tenuta San Jacopo, quando al timone aziendale sale Costantino Cattaneo e dopo un decennio di collaborazione con Sean O’Callagan, la direzione enologica passa a Maurizio Alongi. Proprio il nuovo team persegue il preciso obiettivo di esplorare e valorizzare come il Sangiovese possa esprimere in maniera più chiara la propria identità. La direzione seguita è quindi quella di scaricare sempre di più le barrique, anche per gli altri due vitigni del blend, e semplificare la vinificazione, diminuendo i tempi di macerazione, mai più lunghi di un mese, evitando altresì vendemmie tardive. Un processo che così porta ad esaltare anche quelle che sono le differenze tra le varie annate.
Si parte così dalla degustazione della prima bottiglia presentata, ovvero la 2009, che si presenta ancora tesa e vibrante, mettendo così in evidenza la longevità della materia prima e mostrando al naso la propria evoluzione. Nel 2013 il calore esalta la componente di legno, regalando un vino più muscolare, con un volume più ampio e un finale di frutto sotto spirito, con ritorno di vaniglia.

Con l’annata 2014, diversa dalla precedente, molto più fredda e piovosa, si registra una nuova impronta, impressa dall’arrivo al timone della proprietà di Costantino Cattaneo e dalla direzione enologica affidata a Maurizio Alongi. Il primo impatto è quello una ricerca dell’elemento primario all’olfatto, ovvero il frutto, con minore barrique e una migliore gestione del tannino, nell’intento di ottenere un vino che sia meno concentrato, sfruttando anche le caratteristiche del territorio. Nel 2015 vi è un ulteriore passo in avanti nella direzione cercata, con un millesimo che si presenta come mix tra ricchezza e bevibilità tra i migliori del decennio, grazie anche ad un legno che sembra quasi sparire nel finale di gusto-olfattiva. Nel 2016, poi, sfruttando l’annata da molti definita in zona come “quasi perfetta” con primavera mite e forti escursioni termiche estive, l’integrazione tra purezza del frutto rosso, progressività del tannino e vibrante freschezza di Orma del Diavolo sembra realizzarsi in una delle sue forme migliori.
L’ultima annata proposta, la 2019 restituisce un prodotto in linea con gli obiettivi del team, racchiudendo in sé una grande promessa di qualità, con un tannino ancora in evoluzione, accompagnato da un’acidità prorompente che rende questa bottiglia un ordigno al momento inesploso, ma pronto a deflagrare di gusto, così come l’azienda, proiettandola con slancio in un lungimirante futuro.
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