Passione, visione e competenza: ecco il team che sta ridando vita a un’istituzione simbolo dell’enologia italiana”
di Chiara Martinelli
Nel 2017 si chiudevano le porte dell’Enoteca italiana Siena, e con essa si spegneva una generazione che aveva dato tanto alla città e al futuro del vino, in Italia e nel mondo. Quella Mostra Mercato dei Vini Tipici d’Italia nata in Fortezza nel 1933 (ovvero l’antenato di Vinitaly) insieme a tutto il suo prezioso know how, per lungo tempo ci è sembrato un capitolo caduto in un letargo senza risveglio, salvo poi un giorno, poterne ammirare le vestigia nelle teche di un museo o recuperane testimonianze scritte negli archivi di stato.
Ma c’è qualcosa che ci spinge a ricercare le radici del passato, è la passione, è l’affetto, è la volontà di capire chi siamo, insomma dalla Campania arriva la scossa.
Si chiama Elena D’Aquanno ed è un imprenditrice. Verace e vulcanica vuole capire chi era suo nonno, dove è stato, cosa ha lasciato. Una città è certa, si chiama Siena e le hanno sempre raccontato che è qui che suo nonno ha soggiornato per anni. Sulle tracce di un albero genealogico chiaro ma molto meno sugli esiti contemporanei, Elena si sposta, arriva a Siena, domanda, cerca l’Enoteca Italiana e le dicono che non esiste più.
È questo l’incipit della rinascita. Senza indugiare troppo in particolari sentimentali, da donna determinata, Elena vuole far risorgere la “Fenice senese del vino”, e proprio nella città del Palio, trova i suoi proseliti. Nel giro di poche settimane prende forma il team.
Chi sono i pionieri del virtuoso progetto?
A ciascuno di loro abbiamo chiesto di raccontarci aneddoti e motivazioni personali, partendo dall’amministratrice, Elena D’Aquanno, colei che alla guida della cordata, lo scorso aprile, si è aggiudicata la vittoria del bando.
L’epilogo più recente è immortalato in un paio di scatti. Il vice sindaco Michele Capitani le consegna le chiavi del bastione San Filippo e San Francesco della Fortezza Medicea. In quel giro di chiave si riaccende un sogno. Si è aperto ufficialmente il cantiere?
<<È la degna conseguenza di tutto lo sforzo che abbiamo fatto per arrivare fin qui. Il sogno si concretizza! Siamo indipendenti adesso e procederemo per prima cosa con lo svuotamento dei locali della Fortezza. Restaureremo e riutilizzeremo tutto ciò che ci è utile, mentre doneremo tutti quegli elementi d’arredo che sono ancora in buono stato e di valore: sarà un lavoro di bonifica e di restauro. Prima dell’inaugurazione ufficiale che avverrà entro la primavera del 2025, abbiamo l’urgenza di cominciare i lavori nel bastione San Filippo, ovvero la “hub degli eventi”, per essere operativi già in autunno con manifestazioni, convegni, seminari. Enoteca Toscana, marchio di proprietà del Comune, ospiterà eventi culturali sul vino e sull’agroalimentare, oltre a numerose manifestazioni d’interesse per il settore>>.
Ad EIS (Enoteca Italiana Siena) si affianca una nuova opportunità ed una novità, La Fondazione. Può fornirci maggiori dettagli sulla sua istituzione?
<<Nel frattempo, parallelamente alla gestione societaria, abbiamo istituito la Fondazione Enoteca Italiana Siena. È certamente un’opportunità per chi è interessato alla nostra progettualità: possono aderire privati, aziende, associazioni di categoria, associazioni senza scopo di lucro e altre fondazioni. Chiunque desideri far parte della nostra Fondazione, sia per la parte scientifica che culturale, è invitato a presentare una domanda di adesione. Siamo lieti di accoglierla e di esaminarla con il nostro comitato. Molti dei business model realizzati in passato per l’Enoteca sono rimasti in sospeso con la chiusura nel 2017, perciò siamo disponibili a revisionarli, attualizzandoli>>.
Uno dei punti chiave del rilancio di Enoteca Italiana Siena (EIS) concerne lo sviluppo di un “hub” locale e successivamente di un “hub” di secondo livello, nazionale ed internazionale. Come si articoleranno operativamente?
<< In primis vogliamo recuperare radici e rapporti con il territorio attraverso lo sviluppo di un polo locale. Il mio motto è “ A Siena, con Siena e per Siena” che tradotto significa preservare e valorizzare il patrimonio di conoscenze e storia di Enoteca Italiana, restituendo a Siena e al suo territorio un ruolo di primaria importanza nel mondo del vino e dell’agroalimentare italiano. Non solo una sede quindi, ma un punto di riferimento centrale: Siena deve diventare una meta essenziale per chiunque sia interessato alla cultura vitivinicola. I turisti o semplicemente gli appassionati, possono entrare in contatto con le realtà locali prima di visitare i vigneti, ricevere formazione e informazione sulle diverse tipologie di vini, sulle aziende del territorio e sulle varie “wine experience”. Da Siena e da Enoteca Italiana, il vero viaggiatore può partire per esperienze enogastronomiche e culturali complete, con prenotazioni che abbracciano l’intera ricchezza del territorio. Per la hub nazionale, svilupperemo sinergie con partner privati e pubblici, regioni ed enti di promozione, e altre realtà di rilievo. Stiamo inoltre progettando l’apertura di filiali in altre città italiane, l’idea è quella di esportare un format nei centri principali, abbiamo interlocuzioni già avviate a Milano, Napoli, Roma e Venezia. E poi c’è l’estero. Il nuovo brand Enoteca Toscana, sarà un ambassador fondamentale nella divulgazione delle eccellenze toscane nel mondo, sia come ristorazione che come selezione dei vini. Penso a mercati molto ricettivi da questo punto di vista, gli Stati Uniti ad esempio, che amano la nostra cultura e la nostra arte enogastronomica. Tra l’altro stiamo lavorando ad un’ App che permetterà di visitare i nostri locali mediante un tour virtuale. Alla preview dell’ head quarter senese, si aggiungono gli eventi internazionali legati al vino a cui EIS naturalmente sarà sempre presente>>.
Torniamo alla realtà vitivinicola italiana. Un mosaico di eccellenze composto anche da tante piccole cantine emergenti, spesso con poche vendemmie alle spalle, guidate da giovani e ambiziosi imprenditori, determinati nel perseguire alti livelli qualitativi, altresì ligi nell’attenersi ad obiettivi e pratiche sostenibili. Enoteca Italiana come intercetta questo spaccato della filiera?
<<I piccoli e medi imprenditori sono la grande sfida che porterà avanti il marchio Enoteca Italiana. Vogliamo assolutamente coinvolgere queste aziende, dando loro un supporto concreto, siamo aperti e pronti a dare una mano portando avanti tavoli di lavoro sinergici. Ci stanno arrivando numerose comunicazioni, non solo relative alle schede tecniche dei vini, ma anche alla storia e alla cultura dei territori, alla filosofia produttiva. C’è tutta la volontà di collaborare e soprattutto di sostenere queste piccole eccellenze enoiche. Ovviamente siamo aperti a tutte le realtà vinicole italiane, siamo entusiasti di scoprire vini poco conosciuti e “storie italiane” nascoste dietro a un calice>>.
Mario Valgimigli è vicepresidente di Enoteca Italiana Siena, uomo di cultura, eclettico, medico di professione, appassionato di vino e produttore, è uno dei “signori del Brunello di Montalcino” con la sua storica Tenuta Poggio degli Ulivi, luogo di culto per gli amanti del vino e dell’archeologia etrusco romana.
<<Da quasi due anni sto collaborando con Elena D’Aquanno al progetto Enoteca Italiana Siena, nato da una visione condivisa e ora finalmente in fase di realizzazione definitiva. L’obiettivo è restituire a Siena, una delle città più belle del mondo a cui devo una vita felice e appagata, il ruolo centrale che le compete nel mondo del vino. Per raggiungere questo scopo, abbiamo formato un team di alto livello e abbiamo già ottenuto unanimi consensi a livello nazionale e internazionale. La nostra missione è fare di Enoteca Italiana Siena l’ambasciatrice della nostra città nel mondo>>.
Nel team non poteva mancare un enologo, Jacopo Vagaggini, senese, con un’esperienza pregressa nelle cantine degli areali vinicoli più famosi al mondo, eletto “Miglior Giovane Enologo Italiano” per Vinoway Selection 2024. Anche per lui Enoteca Italiana è pronta a riprendersi lo spazio che merita, “baciata da un patrimonio ampelografico unico” . Ce lo immaginiamo in prima linea, immerso tra schede tecniche e degustazioni.
<<Ebbene sì, mi occuperò di vino, sarò a capo della commissione di degustazione, composta da figure professionali che spaziano dal sommelier al giornalista, dall’enologo al direttore commerciale. Coordinerò il comparto interfacciandomi con i professionisti del mio gruppo di lavoro>>.
Come si svolgerà la selezione, ci saranno dei requisiti base?
<Sì avremo una soglia di sbarramento. Effettueremo degustazioni alla cieca, ma stabiliremo un criterio minimo che permetterà di valutare non solo la qualità, ma anche la sostenibilità del processo produttivo e la territorialità. Questi fattori saranno considerati dai commissari. La qualità rimarrà comunque il criterio principale>>.
Verrà scelta una sola etichetta per azienda?
<<Ci sarà una proposizione spontanea da parte dell’azienda, e anche da parte nostra potrà esserci una richiesta di campioni. Vogliamo rappresentare tutto il territorio, dando spazio a tutti, dal nord al sud Italia, con un’esposizione di vini rappresentativi di tutta la nazione e di una certa qualità>>.
Rimaniamo nel tecnico passando la parola a Rosanna Zari, agronoma, componente del Comitato Nazionale dei Vini Dop e Igp, premiata come “Miglior Agronoma 2022” da Vinoway, fa parte dell’Accademia dei Georgofili ed è consigliere della storica Accademia dei Fisiocritici di Siena.
Quale sarà il suo contributo in Enoteca Italiana?
<< Nel mio studio ci occupiamo di trovare fondi per il settore agroalimentare, cercando di intercettare opportunità per le imprese. Il mio ruolo consiste quindi nella ricerca di finanziamenti, sia nazionali che europei, organizzando seminari e punti di ascolto per gli agricoltori. A questo si aggiungono le mie conoscenze tecnico agronomiche, sui vigneti e sui mercati. Credo che il settore agronomico debba diventare un punto di riferimento per i vitigni autoctoni ma anche per i cosiddetti vitigni resistenti. Il vigneto è una delle colture che richiede maggiore cura, oggi ci sono nuove tecnologie che permettono una viticoltura sostenibile, la ricerca si concentra sempre di più sull’utilizzo di specie resistenti, che richiedono tra l’altro pochissimi trattamenti. È importante organizzare workshop sulle suddette tematiche, sulla biodiversità negli allevamenti, avendo sempre ben chiara la legge n. 238/2016 del testo unico, un punto di riferimento importantissimo per il nostro settore. Inoltre con Jacopo Vagaggini ci occuperemo del prodotto finale, i vini. La nostra Enoteca ha il compito di rappresentare le eccellenze italiane di tutte le regioni, comprese quelle più piccole e meno conosciute. Per questo motivo è senza dubbio un hub di supporto, consulenza, sperimentazione e sostenibilità>>.
Elisa Romei, docente e sommelier professionista, esperta di vino e di enoturismo, senese Doc, divulgatrice della cultura enoica, il suo ruolo nella didattica è fondamentale nell’educare correttamente le giovani generazioni al vino e al cibo.
<<Ho sposato il progetto di rilancio di EIS perchè ci ho creduto sin da subito, ho capito che Siena poteva riappropriarsi del suo ruolo da protagonista nel mondo del vino e non solo. La determinazione di Elena e di tutto il team era in sintonia con le mie aspettative; ho capito che eravamo una squadra forte, sapevamo di potercela fare nonostante le difficoltà. È una vera rinascita per l’Enoteca Italiana, Siena torna a collocarsi “capitale naturale” del vino in Italia e nel mondo. Ricordiamoci che il territorio senese è al centro delle denominazioni più importanti al mondo>>.
Riportare l’attenzione sul vino significa anche divulgarlo e avvicinarlo alle giovani generazioni, coinvolgendo istituzioni scolastiche e enti di formazione. Da docente, come pensi possa contribuire Enoteca Italiana Siena?
<<Si possono creare opportunità per i giovani attraverso la didattica, la formazione, i corsi, l’educazione al bere consapevole e all’agroalimentare in generale, partendo sicuramente da una collaborazione con le scuole. È un momento complesso per il vino, dobbiamo impegnarci nel far percepire che dietro a un calice ci sono cultura, storia, tradizione e generazioni di famiglie: è un prodotto culturale. Bevendo un vino, si sta assaporando un’eredità poliedrica di inestimabile valore, dobbiamo comunicarlo ai ragazzi e insieme rieducarli al buon cibo e ai prodotti tipici locali. Anche il “linguaggio del vino” andrà rivisto (senza appiattirlo ovviamente) sarà più semplice e comprensibile, penso alla generazione Z e a chi non è addetto ai lavori. Noi adulti ne siamo già consapevoli, trasmettiamo questa consapevolezza ai ragazzi. In EIS vogliamo formare i giovani in tutta la filiera agroalimentare, dove cibo e vino si esaltano a vicenda>>.
E veniamo al nuovo concept dell’Enoteca Italiana. Anche l’architettura segue il filone sostenibile con un design degli interni che mira a preservare la storicità della Fortezza unendo esigenze pratiche legate allo stoccaggio e alla conservazione dei vini al comfort contemporaneo. Paolo Di Zanna è il giovane architetto che ha voluto cimentarsi nella riqualificazione estetica e strutturale dei bastioni.
<<Il senso della progettazione architettonica è incentrato sul salvaguardare l’autenticità dei luoghi, la loro storicità e soprattutto il passato espositivo e di accoglienza che hanno vissuto. Per questo è stato importante mettere al centro della filosofia il recupero ed il restauro degli espositori esistenti. Il temo del vino è presente anche nelle scelte architettoniche e del design. Gli arredi proposti per le terrazze sono ricavati dai materiali derivanti dalla produzione e dalla filiera del settore vinicolo. Gli arredi introdotti sono scelti in funzione dei materiali e delle tecniche costruttive: i tavoli e le sedie del ristorante, gli espositori del vino posizionati negli ambienti dell’enoteca. Le vernici e le smaltature a base d’acqua, l’assenza di colle chimiche per gli assemblaggi e la scelta di illuminazione artificiale a basso impatto energetico, completano il percorso attento che vuole emergere nel progetto proposto>>.
Massimo Caroti, titolare dell’ Autonoleggio il Girasole, ha alle spalle una longeva esperienza nell’enoturismo, conosce bene i flussi turistici e quanto sia attrattiva una full immertion esperenziale nel vino. Enoteca Italiana Siena era l’anello mancante della filiera turistica…
<<Conoscevo il marchio e l’ente da tanti anni avendo un’azienda che lavora nel turismo e nel vino. Portavamo già in passato i gruppi in Enoteca per fare degustazioni e visite. L’obiettivo oggi è quello di riunire i tour itineranti che si spostano in diverse cantine in un percorso unico all’interno di Enoteca, in modo che sia diversificato in base alle scelte, ma anche più pratico. Questa visione non solo semplifica la logistica per i turisti, ma arricchisce anche l’offerta, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nel mondo del vino italiano senza dover affrontare lunghi spostamenti. Con l’Enoteca Italiana Siena che si propone come fulcro dell’enoturismo, si delinea un futuro in cui la città toscana non sarà solo una tappa, ma una destinazione imprescindibile per gli amanti del vino di tutto il mondo>>.