Nella ricca cornice rinascimentale di Palazzo Portinari Salviati a Firenze, il 23 Ottobre scorso si è degustato il futuro.
a cura di Stefania Raspa
Con il titolo “Welcome to the Future” l’azienda vinicola Le Macchiole ha presentato alla stampa e agli addetti ai lavori una verticale del loro Messorio che, dal 2015 al 2021, ha raccontato il percorso e l’evoluzione di una delle varietà più diffuse nel bolgherese: un Merlot interpretato come sfida personale.
Là dove Carducci ricorda “i cipressi alti e schietti van da San Guido in duplice filar”, a Bolgheri, tra le colline e il mare, Le Macchiole, dal 1983, coltiva le sue vigne in un paesaggio affascinante e di notevole bellezza.
Bolgheri è un anfiteatro naturale, in cui confluiscono una serie di caratteristiche favorevoli: dal terreno fertile al clima asciutto e dolcemente ventilato, dalle buone escursioni termiche alla particolare luminosità della zona, delineando un ambiente tipicamente mediterraneo, vocato alla coltivazione di varietà come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah.
Le Macchiole si conferma come una delle realtà storiche bolgheresi che, da pionieri determinati e visionari coraggiosi, ha conquistato col tempo un ruolo di riferimento assoluto per il vino toscano di qualità, divenuto simbolo e testimone della fama di Bolgheri.
Un legame stilistico mette in relazione Bolgheri e Le Macchiole: è il terroir stesso, quello in cui si rispecchiano i vini di questa azienda, vini territoriali, eleganti, capaci di uno sviluppo espressivo di grande finezza e longevità. Questi risultati sono stati raggiunti con passione ed emozione, quella che da sempre guida Le Macchiole: una famiglia allargata – quella Merli-Campolmi – e una squadra di collaboratori innamorati del proprio lavoro che sinergicamente si mettono in gioco, migliorando un progetto in divenire.
L’innovazione è continua, perché quando le idee sono chiare non ci sono limiti insormontabili. Il cambiamento anima le sfide ma senza perdere mai di vista l’identità aziendale, una fisionomia non cristallizzata ma adattiva, grazie ad una lettura contemporanea dello stile nella vinificazione che predilige finezza ed eleganza, attraverso un approccio sempre più sostenibile verso il territorio: tutto ciò si riassume in un percorso unico, originale, in costante evoluzione ma fedele ai suoi valori.
La filosofia aziendale risiede essenzialmente nell’interpretare il territorio attraverso la purezza del mono varietale. La verticale presentata ha come protagonista uno dei mono vitigni che, attraverso il progetto del Messorio, testimonia il cambiamento che sta avvenendo nei loro vini e in particolare nel Merlot.
A partire dal 2015, annata dopo annata, il percorso si sviluppa attraverso sette anni di conferme ed evoluzioni di un vino di grande impatto e personalità.
Partendo proprio dal 2015, un’annata tra le più belle a Bolgheri, è stato degustato un Merlot super concentrato, potente e molto caldo, affinato 18 mesi in legno piccolo, dalla quota stilistica classica, oggi poco contemporanea ma testimone di un progetto che prende forma.
Anche la 2016 conferma lo stile dell’annata precedente, sicuramente una delle più regolari dell’ultimo decennio che non ha avuto condizioni estreme da nessun punto di vista. L’ottima produzione e la perfetta maturazione hanno contribuito ad un vino straordinario che, nel volume ricco e potente, trova una freschezza che lo diluisce un po’ e lo rende veramente elegante.
Nonostante la 2017 sia stata un’annata in sofferenza, anomala, i risultati della vendemmia sono sorprendenti in termini di freschezza ed eleganza: il vino si difende bene, manca un po’ in centro bocca ed evidenzia una minore qualità del tannino.
La 2018 è l’annata intermedia, il giro di boa verso quel cambiamento nel Merlot che caratterizzerà le annate 2019, 2020 e 2021. Un nuovo percorso dettato anche dal cambiamento climatico che a Bolgheri influisce sul Merlot. Il produttore racconta gli aspetti che hanno portato Messorio ad essere il Merlot che è oggi: la gestione dei singoli vigneti, la scelta dei tempi di vendemmia, l’uso di vasi vinari differenti, la selezione specifica dei legni, l’introduzione di contenitori alternativi alla barrique per gli affinamenti.
Il cambio di ritmo e di stile dell’azienda si evidenzia nella 2019. Una parte della vinificazione è svolta in cemento grezzo non trattato, nell’affinamento compare l’uso dell’anfora in gres, c’è sempre il legno nuovo ma è molto alleggerito. In degustazione il vino è snello, dinamico, fresco, la piacevolezza risiede in chiusura di bocca nel rapporto di complementarità tra acidità e tannino. Ed ecco che il cambio di passo evidenzia una contemporaneità del vino ma senza perdere l’anima del Merlot bolgherese, viene fuori un’interpretazione completamente nuova e diversa che segna un’annata straordinaria.
Lo stesso stile e la stessa linea si ritrova anche nella 2020, anche se questa annata non ha la stessa qualità del tannino come nella 2019 o nella 2016, quindi il vino manca un po’ in centro bocca e in equilibrio.
Un ulteriore passo in avanti verso la leggerezza di questo Merlot bolgherese è percepibile nella 2021, annata straordinaria, anche se leggermente meno rispetto alla 2019 ma più immediata, è innegabile che ci sia un netto cambio di tendenza.
Il futuro si prospetta con un distacco notevole rispetto allo stile classico che ha rappresentato Bolgheri per tanti anni, c’è dinamismo, freschezza, vivacità nei vini, un nuovo approccio al fare vino e alla degustazione.
Il passaggio chiave nella produzione dei vini di Le Macchiole è riassunto proprio nelle parole di Cinzia Merli: “ È il vino a dover parlare. A noi spetta solo il compito di amplificare la sua voce”. Con questa verticale del loro Messorio, la voce del Merlot ha aumentato l’ampiezza e la diffusione di un vitigno interpretato con passione ed emozione.