I vini che aiutano la musica sono firmati dal maestro Peppe Vessicchio.
di Stefania Raspa
Risuonano ancora gli echi sanremesi delle canzoni che per una settimana sono state le protagoniste dell’evento canoro più rappresentativo in Italia e, tra l’alternarsi dei vari direttori d’orchestra, il “grande assente” era lui …il Maestro Peppe Vessicchio.
Questa volta la sua bacchetta è protesa alla direzione non di musicisti ma di filari di vigne, quelle del Monferrato che, proprio in contemporanea con il Festival, ha visto la presentazione della sua Barbera armonizzata, ovvero affinata al suono di Mozart e di composizioni da lui realizzate.

“Rebarba” – anagramma di Barbera e chiaro riferimento alla barba iconica del maestro – è una Barbera d’Asti prodotta in duemila esemplari e affinata con la tecnica – brevettata dallo stesso Vessicchio – dell’armonizzazione musicale.
Un progetto di ampio respiro e in divenire, che vede coinvolti diversi vitigni e vigneti disseminati per l’Italia. Partito dall’Abruzzo, il progetto ha preso il nome dalla cantina creata ad hoc – Musikè – e dalla quale sono uscite le prime due etichette, dal nome emblematico: Sesto Armonico Montepulciano d’Abruzzo DOC e Sesto Armonico Trebbiano d’Abruzzo DOC.
E così, dopo l’affinamento del vino negli abissi marini, nelle profondità lacustri, nelle grotte di ghiaccio, così come nelle cave di pietra e di marmo, nelle miniere o sotto la sabbia, si fa strada anche la via dell’affinamento musicale, ma in questo caso non serve un contenitore speciale o un’ ambientazione suggestiva perché, ad intervenire sull’affinamento del vino, è la musica.
Ma che cos’è il vino armonizzato? Risponde il maestro: “È un vino per così dire sferico, privo di spigoli sia nei profumi sia al palato perché ha trattenuto più sostanze ed ha meno fecce”.
“Il concetto di sfericità – continua Vessicchio – strettamente correlato all’armonia […] si riferisce a delle caratteristiche intrinseche che il vino riesce ad assorbire grazie all’esposizione alla musica nel momento in cui affina.”
Un vino dietro al quale c’è un vero metodo scientifico chiamato “FREman”, FREquenze e Musica Armonico-Naturale, lo spiega direttamente il compositore: “le note inducono il vino a cercare all’interno di se stesso le condizioni di equilibrio dei legami tra le molecole, raggiungendo la cosiddetta «catalisi ristrutturativa». Il vino riconosce nelle vibrazioni delle onde sonore quella pace ambientale che permetterà ai suoi legami di trovare la condizione ottimale per andare avanti, migliorando sotto vari aspetti, persino nella longevità”.

Alla base di tutto c’è l’armonia e il raggiungimento di un equilibrio: anche nell’analisi degustativa l’armonia è il punto di arrivo delle considerazioni finali, prima di esprimere la qualità complessiva. Consiste nel valutare la coerenza di un vino alla luce della piacevolezza, è una sorta di concordanza interna rispetto a quello che il vino racconta in tutte le fasi della degustazione, fasi che si devono fondere ed esaltare in un quadro univoco e attrattivo, senza dissonanze.
Parafrasando le parole del maestro Vessicchio, il concetto di armonia universale si cala nel contesto specifico e torna all’uomo: il vino è un prodotto della cooperazione tra l’uomo e la natura, in una relazione sinergica e di rispetto. Se questo equilibrio viene meno, il vino è come se si chiudesse perché il suo sistema immunitario subisce uno stress. “L’armonia allora è una occasione per permettere al vino di aprire le sue cerniere elettriche. È come se alcuni principi di armonia riuscissero ad aprire queste cerniere e permettessero al vino di trovare la sua – e non imposta da altri – condizione di miglioramento biologico e di gusto”.
Il progetto Musikè non è solo la cantina dove tutto ha avuto inizio, è qualcosa di più: il vino contribuisce all’armonia della società. In questi anni, grazie alla vendita dei vini, sono state finanziate borse di studio a giovani musicisti che si distinguono per dedizione e capacità nel proprio percorso formativo. Quest’anno la scelta di supportare alcuni ragazzi di un’accademia musicale per portare la musica a chi non può andare ad ascoltarla, come negli ospedali e nelle strutture per anziani.
Chissà, forse un giorno si concretizzerà il sogno di Peppe Vessicchio di vedere tante orchestre giovanili, magari finanziate dalla vendita dei prodotti che hanno beneficato della musica armonico-naturale.